Accessi contingentati e controllo degli ingressi.
14 Settembre, 2020
Tags: biometria - emergenza sanitaria - Sicurezza - tecnologia
In questi tempi, il controllo elettronico degli accessi può giocare un ruolo chiave per contenere il contagio, sia in ambito pubblico che privato (ospedali, musei, biblioteche, supermercati, aeroporti, aziende manifatturiere e così via).
Già di per sé questa tipologia di sistemi svolge un’importante funzione di filtro e di selezione degli utenti, impedendo un ingresso libero e indiscriminato.
Se a questo si aggiungono le nuove funzionalità che di recente sono state implementate, il sistema può costituire un efficace mezzo di prevenzione contro la pandemia in corso. I luoghi di lavoro sono tra quelli più a rischio di contagio ma anche quelli in cui si adottano maggiori misure di sicurezza per prevenire la diffusione del Covid-19. Una delle più efficaci è proprio il controllo puntuale e sistematico degli accessi.
L’emergenza sanitaria in Cina ha spinto alcune aziende elettroniche del posto a mettere a punto rapidamente nuovi sistemi di controllo accessi, ora disponibili anche in Italia.
Si tratta di apparecchiature elettroniche (impropriamente chiamate termoscanner) che, installate in prossimità di una porta o su un tornello, svolgono un controllo a tutto campo: Identificano l’utente tramite l’analisi del viso (in alcuni casi anche mediante badge), misurano la temperatura a distanza (fronte o polso),
verificano che la mascherina sia indossata correttamente (alcuni anche la cuffietta), pilotano direttamente l’apertura del varco o s’interfacciano con il sistema elettronico di controllo accessi aziendale.
Al dispositivo hardware è abbinata un’applicazione software che permette di configurare il metodo di funzionamento e gestire gli eventi acquisiti.
La soluzione è molto efficace, completa e flessibile ma, oltre a essere costosa (sebbene goda della detrazione d’imposta del 50%), richiede un buon coinvolgimento dell’utente nella fase di riconoscimento facciale e un corretto condizionamento ambientale. Pur trattandosi di uno strumento biometrico, per il momento non è entrato nel mirino del Garante della privacy. Per il futuro si vedrà.